LA DIGITALIZZAZIONE DEGLI ARCHIVI FOTOGRAFICI: IL CONTESTO
L’importanza della documentazione fotografica
L’interesse dimostrato per un certo periodo, anche a livello istituzionale, nei confronti della fotografia è stato in direzione della sua funzione documentaristica, quale utile strumento a supporto di studi e ricostruzioni storiche sia in ambito nazionale che locale. A partire dagli anni ‘70 in Italia crebbe tale interesse per la fotografia intesa come strumento di rilevazione: a livello istituzionale si era infatti maturata la convinzione che i progetti d’intervento, di salvaguardia e di restauro conservativo del territorio e dei centri storici urbani non potessero prescindere dalla conoscenza dell’esistente. Le campagne di rilevamento fotografico dei beni territoriali avviate dalle Sovrintendenze e dagli enti locali, strumenti essenziali di conoscenza e di censimento dell’esistente, consentirono di costituire cospicui fondi fotografici, la cui valorizzazione iniziò con gli studi e le attività di ricerca e di catalogazione avviati da biblioteche, archivi e musei.
Natura, composizione e tipologia degli archivi fotografici
Generalmente il patrimonio fotografico si trova dislocato in numerose istituzioni pubbliche quali musei, soprintendenze, biblioteche e archivi, nonché in istituti e raccolte private; in molti casi i fondi fotografici sono all’interno di più ampie raccolte come ad esempio riproduzioni di collezioni museali, archivi di fotografi, raccolte di istituzioni ed enti. Spesso il singolo fondo fotografico comprende anche materiale allegato che fa parte integrante del fondo stesso, divenendo anch’esso oggetto di catalogazione.
Gli archivi fotografici sono composti generalmente da una grande quantità di immagini (negativi, positivi, dagherrotipi, carte salate, diapositive, etc.) eseguiti da un unico autore o da autori diversi e spesso anche da attrezzature fotografiche, inventari, registri, diari, opuscoli, etc.
Molto spesso le fotografie sono ordinate secondo criteri diversi, elaborati o dall’ente autore o dall’Istituzione che lo conserva o dall’autore/fotografo, se appartengono ad uno studio fotografico privato, o dal collezionista, se si tratta di una raccolta privata.
Gli archivi e le collezioni fotografiche possono ricondursi alle seguenti tipologie rappresentative:
- Fondi provenienti da collezioni private;
- Fondi appartenenti ad archivi di letterati, storici dell’arte ed artisti in genere;
- Archivi di Studi e Ditte;
- Archivi Aziendali;
- Archivi di fotogiornalismo;
- Fototeche d’arte;
- Archivi istituzionali;
- Archivi di storia locale.
Rispettare l’ordinamento di un archivio fotografico significa rispettarne la storia, conoscere i mutamenti e l’evolversi anche del suo utilizzo nel tempo.
Il progetto di digitalizzazione:
criteri di scelta del materiale
Ogni progetto di digitalizzazione non può prescindere da un’attività di catalogazione di cui non è un sostituto stante la difficoltà e l’estrema competenza necessarie per ‘leggere’ un’immagine traducendo in parole contenuti iconici, tecniche esecutive, autori ed epoche di esecuzione da ricostruire in base ad analisi tecniche, formali ed indiziarie. E’ questa ‘traduzione’ verbale di contenuti iconici, tecnici e fattuali che, unitamente alla trasposizione in digitale, consente la più vasta fruizione possibile della fotografia. Infatti è solamente a seguito della catalogazione cioè dello studio degli esemplari e della loro collazione che di una fotografia o meglio di un processo fotografico, è possibile stabilire cosa si debba digitalizzare. A seconda dei casi potrà essere più conveniente digitalizzare un negativo piuttosto che un positivo o magari entrambi, o meglio, il negativo e tutti i diversi ‘stati’, le successive tirature, i diversi esemplari ritagliati, ritoccati, ‘mascherati’ ... che di una immagine possono essere realizzati a discendere per l’appunto da un unico negativo. Va ricordato che, una volta digitalizzata, ogni fotografia rivive nella sua interezza, ma anche in un suo doppio virtuale- che non è il caso di moltiplicare per una stessa immagine conservata in luoghi diversi. E’ da sottolineare poi che ogni oggetto digitale merita in seguito, manutenzione e corrette politiche di gestione/conservazione, al pari delle buone pratiche di conservazione non ancora diffuse e condivise per la stessa fotografia analogica.
Le fasi di lavoro
I progetti di digitalizzazione comprendono diverse fasi di lavoro che devono essere concatenate tra di loro al fine della buona riuscita del progetto.
Si elencano qui alcune delle fasi principali:
- Individuazione delle fotografie da digitalizzare (numero di inventario, collocazione, ecc...)
- Esame dell’originale (stato di conservazione, formato, eventuale pulizia o restauro)
- Scansione o riproduzione fotografica dell’originale
- Ricollocazione della fotografia
- Nomina del file sorgente
- Archiviazione del file sorgente (copia di sicurezza sul server e su supporti magnetici)
- Creazione dei file per la consultazione in web a bassa risoluzione (immagine icona e di visualizzazione 640x480 nel formato compresso jpg) (copia di sicurezza sul server e su supporto magnetico)
Metadatazione delle risorse digitali
I progetti di digitalizzazione di beni fotografici riguardano diversi livelli di entità oggetto della digitalizzazione:
- Oggetti semplici costituiti da singoli documenti fotografici intesi come unità documentarie in cui i dati descrittivi sono validi per l’oggetto e non sono collegabili ad altri oggetti.
- Raccolta di documenti fotografici sotto forma di oggetto complesso (serie editoriali, raccolte fattizie, reportage, servizi, cartelle portfolio etc.), oggetto composito (panorama), oggetto aggregato (esemplari tratti da un unico negativo).
- Il fondo fotografico costituito da documenti fotografici di diversa tipologia corredati da documentazione di archivio facente parte integrante del fondo stesso.
Tutti i livelli documentari hanno una serie di legami, interni alla fotografia (positivo/negativo, copia, duplicato contraffazione etc.) ed esterni ad essa con altre tipologie di beni (librari, grafici, artistici archivistici).
E’ di fondamentale importanza l’esplicitazione di tali reti di collegamenti, per descrivere e assemblare fotografie appartenenti alla stessa serie o tratte dagli stessi negativi, e nel caso di oggetti compositi i legami con gli altri materiali documentari che si trovano in relazione con il fondo fotografico che si sta descrivendo.
Da tale premessa si vuole evidenziare che per il materiale fotografico un punto critico da approfondire è rappresentato dall’individuazione dei metadati descrittivi per poter documentare le relazioni fra gli elementi che compongono diverse tipologie di oggetti fotografici e creare un raccordo tra i diversi trattamenti previsti nei vari settori dei beni culturali.
Per quanto riguarda i metadati descrittivi, la struttura dello schema MAG prevede che questi siano costituiti dalle descrizioni normalizzate degli oggetti analogici (fonte) e risiedano nelle basi dati dei singoli sistemi, collegati all’archivio digitale da un apposito link.
La sezione bib di MAG è costituita da un set di metadati: gli elementi del Dublin Core Metadata Element Set (DCMES) non qualificato.
Lo schema MAG applicato a progetti di digitalizzazione di fondi librari, catalogati in SBN, prevede un numero limitato di elementi del DCMES, in quanto ci si collega al record bibliografico attraverso l’identificatore della notizia (Bid). In un programma di digitalizzazione di fondi fotografici si è in presenza di dati catalografici, relativi ai documenti originari, strutturati diversamente. Tale situazione ha portato ad analizzare l’implementazione di un livello di metadati descrittivi che permetta l’identificazione della notizia e il raccordo tra formati diversi e comprenda gli elementi e le relazioni nell’ambito delle diverse tipologie di oggetti fotografici.
Servizi di digitalizzazione on-site
In caso di esigenze di digitalizzazione di oggetti scultorei, di arredi, di dipinti di grandi dimensioni e percio’ intrasportabili, laddove fosse necessario operare direttamente presso il sito in cui sono collocati i soggetti da fotoriprodurre, è possibile allestire il set fotografico con le condizioni idonee di ripresa, incluso le eventuali postazioni PC / Mac e le attrezzature per la digitalizzazione hardware e software trasportabili. Per tutte le altre esigenze, gli originali da riprodurre possono essere trasferiti presso le unità locali del nostro laboratorio.
FINALITÀ DEI PROGETTI DI DIGITALIZZAZIONE DEGLI ARCHIVI FOTOGRAFICI E DOCUMENTALI:
LA FRUIBILITÀ ONLINE
Quanto determinante possa essere il contributo degli archivi digitali all’incremento ed alla diffusione delle risorse culturali, lo si può evincere anche dall’esame dei criteri tecnici e delle procedure altamente specialistiche, sino ad ora descritti, che si pongono in atto nelle realizzazione delle attività di digitalizzazione del patrimonio di archivi di Stato, biblioteche, musei e luoghi culturali; così come la fruibilità on-line degli stessi contenuti resa possibile dalla condivisione attraverso le piattaforme di accesso, può contribuire a moltiplicare il patrimonio informativo della cultura.
Le Digital Library e gli archivi multimediali
Le Digital Library promuovono l’accesso intellettuale, interpretano, distribuiscono, preservano l’integrità e assicurarano la persistenza nel tempo delle collezioni digitali così che queste possano essere accessibili prontamente ed economicamente per le comunità.
Partendo da tale definizione, i principali elementi che caratterizzano una biblioteca digitale sono:
- la collezione digitale, definita per specializzazione disciplinare e indicizzata attraverso metadati per l’accesso alla collezione permanente e alla collezione “esterna”, intesa come biblioteca distribuita su altri siti di biblioteche o di produttori, distributori, fornitori di informazione.
- l’accesso remoto deve garantire il recupero efficace del documento cercato e l’estensione della ricerca ai documenti collegati grazie a schemi organizzativi, sistemi di ricerca e di identificazione e sistemi di navigazione tra i documenti,
- la comunità o le comunità di utenti, in quanto la biblioteca digitale è un’organizzazione di servizio finalizzata ad utenti specifici o a specifiche comunità i cui bisogni determinano la realizzazione delle collezioni e la scelta delle tecnologie necessarie.
Inoltre, per il buon funzionamento della biblioteca digitale sono elementi importanti la gestione del diritto d’autore e l’interoperabilità di sistemi diversi, tramite standard comuni orientati all’interscambiabilità dei dati
Gli archivi multimediali, ideali espositori dei contenuti fotografici e documentali frutto delle campagne di digitalizzazione, per la loro valenza divulgativa, si prestano a vari livelli di consultazione ed utilizzo da parte di un’utenza differenziata, da quella più specialistica degli addetti ai lavori - ricercatori e studiosi - a quella più generica orientata alla riscoperta delle immagini originarie dei luoghi, dei paesaggi, della città, nonché degli usi e dei costumi delle comunità, che proprio attraverso la fruizione di tali contenuti, sono chiamate a svolgere un ruolo attivo nella ricostruzione della memoria collettiva e nel riconoscimento dei valori della propria eredità culturale.
Il patrimonio culturale, in quanto bene comune, è difatti un bene condiviso, di cui beneficiano tutti, appartiene all’umanità ed è custodito per le generazioni future.
Tali finalità divulgative si promuovono nell’intento di dar vita ad un ecosistema digitale della cultura, basato su un insieme coordinato e interdipendente di infrastrutture e piattaforme sviluppate per la produzione, raccolta, conservazione, distribuzione e fruizione di risorse culturali digitali.
Nota: i criteri e le indicazioni tecniche esposti sono desunti dalla pubblicazione “Linee di indirizzo per i progetti di digitalizzazione del materiale fotografico” a cura dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico - Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Se desideri un preventivo per la digitalizzazione di archivi fotografici e documentali
puoi contattarci compilando il modulo sotto riportato.